Ho bisogno di aiuto

Non sempre una gravidanza porta gioia e felicità. Siamo ben consapevoli che può anche essere motivo di ansia e preoccupazioni; soprattutto quando non è prevista o cercata e nei casi in cui nessuno deve venirlo a sapere.

Contattateci: saremo lieti di ascoltarvi e di fornirvi un aiuto immediato e competente. Condividiamo le vostre preoccupazioni e le facciamo nostre. La vostra telefonata sarà trattata in maniera confidenziale e anonima. Mettiamo gratuitamente a vostra disposizione una consulenza professionale fornita da specialisti di area sociale, medica e giuridica.

In caso di emergenza e di conflitti dovuti alla gravidanza siamo reperibili anche al di fuori degli orari d'ufficio e durante i fine settimana e i giorni festivi.

La consulenza può avvenire per telefono 0800 811 100 (gratuito), per e-mail helpline(at)shmk.ch oppure personalmente sul posto (indirizzo di contatto).

Offerte d'aiuto

  • Consulenza e accompagnamento durante la gravidanza e dopo il parto
  • Supporto materiale e finanziario dopo lo svolgimento di accertamenti
  • Fornitura di indirizzi e offerte d'aiuto sul posto
  • Accertamento di prestazioni sociali, aiuto nell'allestimento di piani budgetari
  • Collaborazione con altre organizzazioni d'aiuto
  • Consulenza giuridica gratuita in tutte le questioni riguardanti la maternità (lavoro, diritti dei minori, paternità, alimenti ecc.)

‏Storie vere raccolte dalla centrale d'emergenza dell'Aiuto svizzero per madre e bambino (ASMB)


Richiesta d’aiuto dallo studio medico

Mentre è in sala d’attesa dal suo ginecologo, Iris (27 anni), cerca ansiosamente sul telefonino informazioni sull’aborto. Trova la pagina dell’ASMB. Subito scrive una e-mail alla centrale d’emergenza: «Sono in sala d’attesa dal mio ginecologo. Sono incinta ... sono venuta per abortire. Sono così confusa … cosa devo fare?»

Terminato l’apprendistato di commercio, Iris ottiene un posto di lavoro che le permette di vivere bene. In seguito a una riorganizzazione perde però l’occupazione. Iniziano le difficoltà: non riesce a uscire dalla disoccupazione e dipende dall’assistenza sociale. Grande è perciò la sua felicità quando finalmente trova un nuovo posto di lavoro. Ma, proprio durante il periodo di prova, rimane incinta. Determinata a non ricorrere mai più all’assistenza sociale, si reca dal ginecologo per fissure un appuntamento per l’aborto.

La consulente risponde subito
Quando Iris lascia lo studio medico, trova sul suo telefonino la risposta della consulente dell’ ASMB. La consulente le dice di capire il suo desiderio di avere un figlio con «l’uomo giusto». Ma, quanto all’«uomo giusto», non si può mai essere certi. L’unica cosa certa è che il bambino c’è. Quando ci si trova in situazioni che sembrano non avere vie d’uscita, è sensato ricorrere all’aiuto e al consiglio di professionisti. Il primo passo dunque Iris l’aveva appena compiuto.

Poco dopo, la giovane donna, in preda alle emozioni e con la voce rotta dal pianto, descrive la sua situazione al telefono: ha tanta paura che il bambino comprometta il suo rientro nel mondo del lavoro. Il suo fidanzato, traumatizzato per un’adolescenza trascorsa in istituto, è in cura da uno psicologo e invalido al 50%. Per educare il bambino e provvedere ai suoi bisogni materiali non può quindi contare su di lui, che oltretutto è contrario ad avere un figlio. Poi però l’immagine del bebè nell’ecografia le scalda il cuore. Nell’animo è per il bambino, ma le sue paure lo rifiutano. Ecco perché ha fissato un appuntamento per abortire.

La paura è una cattiva consigliera, dice la consulente a Iris. Abortire in preda al panico, nonostante il sentimento che nutre per il bambino, può lasciare strascichi pesanti per il futuro. Sarebbe invece opportuno esplorare come potrebbe essere la vita con il bambino. Le due fissano perciò un incontro presso l’ASMB.

La pillola abortiva in mano
Iris non si reca all’appuntamento, non ancora. È troppo lacerata dai dubbi. Va persino in ospedale per farsi dare la pillola abortiva. Che poi non prende, perché c’è l’incontro con l’ASMB.

Iris per finire si presenta dalla consulente con un’amica: nasce una discussione che dura ore. La giovane donna non sa che pesci pigliare, ha paura dei costi aggiuntivi che causerà il bambino e che questi intralci il miglioramento della sua situazione finanziaria. La consulente placa il pessimismo di Iris e le spiega che l’ASMB può sostenerla sia materialmente, sia finanziariamente. Iris riconosce che in fondo non c’è ragione di cedere al panico, considerando l’aiuto concreto offerto. Si sente come se le togliessero un peso dallo stomaco e decide perciò di tenere il bebè.

Purtroppo accade ciò che Iris temeva: non appena nota la gravidanza, il suo datore di lavoro la licenzia, ancora durante il periodo di prova. Con la gravidanza in corso non riesce a trovare un nuovo lavoro e deve perciò nuovamente ricorrere all’assistenza sociale. Iris non vuole comunque più tornare sulla sua decisione di tenere il bambino. Ora nutre nuova speranza, poiché l’ASMB l’aiuta nei preparativi per il parto e le fornisce tutto l’occorrente per il bebè. Ed è un sollievo per lei anche il fatto che il suo fidanzato non insista più per farla abortire.

Pace interiore come madre
Dopo aver dato alla luce un bel maschietto, Iris rifiorisce nel suo nuovo ruolo di madre. «Il mio bambino è la cosa più bella che sia successa nella mia vita», dice alla consulente. E ringrazia di cuore l’ASMB per averla incoraggiata a tenere il bambino e averle tolto la paura del futuro offrendo un aiuto concreto. Ed è un aiuto di cui ha davvero bisogno, dato che l’assistenza sociale improvvisamente esige la restituzione di parte del denaro che aveva ricevuto. Affinché Iris riesca a far fronte a tutti i suoi impegni, l’ASMB ogni mese le offre degli assegni alimentari, fino a quando la sua situazione economica non sarà migliorata.

Nonostante le difficoltà, Iris si sente in pace con sé stessa: «Stiamo bene, io e il mio raggio di sole. È stato al 100% la decisione giusta tenere il mio bambino», scrive alla consulente.

 


Non è il momento per un bambino? – Niente affatto!

Lidia (28 anni), pur avendo concluso una formazione, finora ha sempre dovuto accontentarsi di lavoretti a tempo parziale. Ma non vuole certo vivere per sempre in condizioni precarie. Per accrescere le sue possibilità di trovare una buona occupazione intende perfezionare la sua formazione professionale. Ma rimane incinta. Il suo fidanzato, il padre del bambino? Disoccupato! Lidia vede il suo piano andarsene in fumo. L’assale la paura di finire in uno stato di povertà perdurante e ai margini della società.

Il bisogno di parlare con una persona degna di fiducia spinge Lidia a chiamare la centrale di emergenza dell’ASMB.

Non è il momento
Ha appena saputo di essere all’ottava settimana di gravidanza, dice alla consulente. Racconta di sentirsi soffocare sotto il peso delle responsabilità per il bambino e vede la sua carriera in pericolo. Come seguire una formazione con un bebè? La consulente viene anche a conoscenza della precaria situazione finanziaria della coppia. Il fidanzato di Lidia è disoccupato, in crisi di autostima e reagisce in modo totalmente apatico alla notizia della gravidanza: a lui non importa del bambino, sia Lidia a decidere! La giovane dice alla consulente che, visto come stanno le cose, non è il momento di avere un bambino e che sta quindi pensando di abortire.

La consulente spiega a Lidia che si può intraprendere un perfezionamento professionale anche con un bebè. E, quanto alla questione se sia o no il momento giusto, potrebbe essere proprio questo bambino a dare una svolta decisiva alla sua vita e portare la felicità!

Una strada piena di ostacoli
Nelle settimane successive, Lidia entra regolarmente in contatto con la consulente, al telefono e per e-mail. A parole si dice fiduciosa per una vita insieme al bambino, ma poi poco dopo è nuovamente del tutto sfiduciata. I colloqui permettono di rinfrancare la giovane, ma i timori di fallire e finire in povertà riemergono di continuo. La consulente decide allora di andare a trovare Lidia a casa sua e parlare con lei di quanto la affligge.

Qualche giorno più tardi, Lidia, ora alla 12a settimana di gravidanza, chiama di nuovo la consulente in preda al panico: le sue angosce la gettano nello sconforto. Dice di non sentirsela di educare un bambino, che proprio non è il momento di avere un figlio. La consulente apprende, inoltre, che Lidia ha già un appuntamento per abortire. Nel corso di un intenso colloquio, Lidia spiega i motivi delle sue nuove paure. Durante la conversazione inizia però a farsi strada dentro di lei la consapevolezza che la creatura che porta in grembo è una piccola persona vulnerabile, che ha bisogno di tutto il suo amore e affetto. Ora capisce che il bambino è più importante delle sue paure!

Lidia scrive alla consulente dal profondo del suo cuore
Con la disdetta dell’appuntamento per l’aborto e la decisione di tenere il bambino, Lidia prova nuovamente gioia. Il bambino le dà improvvisamente il coraggio che le fa dare un calcio a tutte le sue paure. Un coraggio che contagia anche il suo fidanzato, che con l’avanzamento della gravidanza supera la sua indifferenza e inizia a rallegrarsi per il parto imminente. Lidia si rende conto che la vita non le sta affatto sfuggendo di mano: l’ASMB riconosce infatti la sua necessità di un perfezionamento professionale e l’aiuta a organizzarsi per raggiungere l’obiettivo.

Quando Lidia dà alla luce la sua bambina, sente come per lei sia iniziata una nuova vita. È felice ora, e sa che il momento, in fondo, è quello giusto. Piena di gratitudine dice all’ASMB: «Vi ringrazio di tutto cuore per il sostegno morale e finanziario ricevuto. Che il nostro bambino è vivo e avrà un buon futuro è tutto merito della vostra fondazione!» Il suo fidanzato trova un lavoro a tempo parziale, proprio al momento giusto. Qualche settimana dopo il parto, Lidia scrive alla consulente: «Di nuovo tante, tante grazie di cuore per tutto il suo impegno. Sono infinitamente grata a lei e alla sua fondazione per l’aiuto che mi date in questo periodo pieno di sfide.»

 


«Il più grande regalo che abbia mai ricevuto!»

Poco tempo dopo una grave operazione, Lea (33) scopre di essere incinta. Una situazione che non è affatto preparata ad affrontare, tanto più che i suoi medici dubitavano che potesse mai avere figli. Rimanere senza bambini in qualche modo le andava bene, poiché le sembrava comunque già tutto eccessivo nella vita. Nel corso degli anni si è invischiata nei debiti, e come lei anche il suo compagno. La precarietà della loro situazione finanziaria è cronica. Lea non vede altra via d’uscita che l’aborto e cerca consiglio. Via e-mail entra in contatto con l’ASMB.

I timori sbarrano la strada
Nell’animato scambio di mail e telefonate, alla consulente si mostra il quadro di una donna che, avendo sperimentato per anni di non essere in grado di affrontare con successo le difficoltà della vita, è tormentata da timori di ogni genere. Lea è intimorita a causa dei suoi debiti, teme di subire un pignoramento e limitazioni da parte delle autorità, e adesso ha anche paura della gravidanza e di avere un bambino.

La consulente spiega a Lea che eliminare il bambino non avrebbe risolto i suoi problemi esistenziali, che anzi avrebbero addirittura potuto peggiorare. Invece il bambino potrebbe essere d’aiuto nella ricerca di soluzioni. L’ASMB sarebbe sempre di sostegno. La situazione va sistemata, tenendo ben conto del bambino, che può fungere da motivazione. La consulente le spiega in che modo l’ASMB può aiutarla.

Lea riesce a malapena a credere alle sue orecchie quando apprende del sostegno materiale che riceverebbe dall’ASMB. Però anche qui riemergono i timori: un tale inatteso aiuto le è sospetto. Che non si celi dietro qualcosa, si domanda. Purtroppo il compagno è tutt’altro che incoraggiante: con un bambino non ce la farebbero, è il suo giudizio. Così Lea decide di fissare un appuntamento per abortire. Lo comunica alla consulente, ringraziandola dell’offerta di aiuto.

Alcuni giorni più tardi, tuttavia, la consulente riceve da Lea una e-mail nella quale dice di avere mancato l’appuntamento in ospedale, ma anche di non essersi decisa per il bambino. La consulente vede ora il suo compito principale nello smontare le paure di Lea e nel ricostruire la sua fiducia nella vita. Gioia e fiducia devono prendere il posto di paura e oppressione. I colloqui sul sostegno dell’ASMB e sulle offerte d’aiuto vengono ripresi. Non è però senza fatica che la consulente riesce a convincere Lea che in tutto questo non c’è nessun «trucco».

Con l’aiuto dell’ASMB, Lea riesce a trovare un’abitazione più economica e a mettere più ordine nella sua situazione finanziaria. Ciò le permette di riprendere fiato e infine superare le sue paure. È nettamente sollevata quando comunica alla consulente che vuole tenere il suo bambino.

Mamma con gioia
L’aiuto che riceve supera ogni sua immaginazione: «L’ASMB è l’unica istituzione che conosco capace di dare speranza», dichiara alla consulente. La sua felicità per il bambino è smisurata.

Dopo la nascita di un bel maschietto, Lea invia alla consulente un messaggio che rivela come ora nella sua vita la gioia ha preso il posto della paura: «Il mio bambino è il più grande regalo che abbia mai ricevuto. Sono senza parole, nella mia vita non mi aveva mai aiutato nessuno! Per me è Natale! La ringrazio con tutto il mio cuore e La stringo a me in un forte abbraccio.»

 


La madre si pente di aver anche solo pensato all’aborto

Ria (28), madre di due ragazzi, rimane irrigidita per lo spavento quando scopre la sua nuova gravidanza. Come andare avanti, o piuttosto come non andare avanti, è chiaro all’istante: subito fissa la visita da una dottoressa per ottenere la prescrizione di pillole abortive. Però le cose vanno diversamente dal previsto.

Una conoscente di Ria apprende della sua decisione di abortire e cerca di risvegliare in lei sentimenti verso il bebè. Il tentativo rimane però infruttuoso. La conoscente la informa allora che chiederà a un’organizzazione d’assistenza di prendere direttamente contatto con lei. Ria, nella sua disperazione, non rifiuta direttamente, dichiara però che nello stesso giorno preleverà le pillole. Poco dopo nella centrale d’emergenza dell’ASMB arriva la richiesta di delegare qualcuno all’ultimo minuto per un colloquio con Ria.

Colloquio decisivo all’ultimo momento
Una consulente riesce in effetti a parlare con Ria proprio prima che questa si rechi dalla dottoressa. In un difficile dialogo, la consulente intuisce che la donna si trova sotto una grave pressione e che è in uno stato di «attenzione polarizzata »: la necessità di liberarsi assolutamente e subito di questa gravidanza. Numerosi sono i motivi: da qualche tempo vive dell’aiuto sociale e non vuole esserne ancor più dipendente. Già tutta l’educazione dei figli grava su di lei. La sua vita deve finalmente ricevere il necessario slancio in su, e pertanto non le è possibile ricominciare con un bebè.

La consulente cerca di allentare l’immobilizzazione di Ria sui problemi. Anche se sul momento l’aborto appare spesso come la via giusta – le dichiara – con il passare del tempo l’atteggiamento potrà cambiare e diventare un’oppressione. Dovrebbe riflettere sulle sensazioni provate nell’incontro con donne gravide.

Nel corso della conversazione, Ria si fa aggressiva. La consulente rimane però calma e amichevole, e spiega come l’ASMB abbia già aiutato numerose donne in un’analoga situazione. L’incontro si conclude con la conferma di Ria sulla sua decisione di abortire. E, in più, con la sua osservazione sul fatto che la gravidanza non sia particolarmente avanzata. Su questo punto la consulente le fa notare che ciò non ostante il bambino è un piccolo essere umano e che il suo cuore ha già un proprio battito. Ria si mostra sicura: l’appuntamento è per le 14 di oggi!

Sorprendente annuncio
Nel tardo pomeriggio una chiamata al telefono della consulente. Ria è sulla linea, e racconta della sua visita alla dottoressa. Sul suo cammino ha davvero incontrato varie donne gravide, e si è sentita come se queste sapessero del suo proposito. Ciò le ha dato da riflettere. Il fare della dottoressa era sgarbato e indifferente. Sulla via del ritorno le tornava in mente il colloquio con la consulente, gentile e soccorrevole.

Ne nasce ora uno scambio di idee, che lascia adito ad altri colloqui. In seguito a questi, Ria si rende conto che preferisce fare fronte a un altro bambino, anziché vivere con un aborto alle spalle. Così ha scelto definitivamente il suo bambino, e ora ne è felice, come fa sapere. Anche i suoi due altri ragazzi aspettano contenti la loro nuova sorellina.

Gioia per il bebè grazie all’aiuto dell’ASMB
Purtroppo sorgono poi per Ria gravi contrasti con il padre del bambino. E anche fastidi con l’ente sociale: per errore di contabilità ha ricevuto più del dovuto, e ora questo le viene detratto. Così si trova di fronte a difficoltà per pagare anche il più necessario. Con tutto ciò, comunica alla consulente, non rimpiange la sua decisione per il bambino. Un aborto, prima o poi, la avrebbe messa sottosopra. Con l’aiuto dell’ASMB le riesce invece di tenere di nuovo sotto controllo la sua situazione.

Quando viene alla luce una sana femminuccia, Ria è al settimo cielo dalla felicità. Ringrazia di tutto la sua consulente: «Sono così felice dell’ASMB, che aiuta davvero.» E riferendosi alla prima telefonata della consulente all’inizio della sua gravidanza, osserva: «Senza quel colloquio con Lei avrei ingerito le pillole abortive. Oggi sono così felice di avere la bambina. Quando la osservo mi sento sempre in colpa per aver quasi abortito.»

 


Con la consulente dell’ASMB, superata l’angoscia

Zoe (25), una sensibile donna, sta vivendo un duro periodo. Da quando è incinta del primo figlio, il suo compagno, padre del bambino, è aggressivo, e vuole costringerla ad abortire. Altrimenti ci saranno gravi conseguenze, minaccia. È in possesso di droghe e armi, e la incolpa verso l’APMA. La polizia e l’Aiuto alle vittime entrano in azione. E un angelo custode in carne e ossa, impersonato nella consulente dell’ASMB, scorta Zoe attraverso tutte le tempeste.

Zoe è atterrita. Non solo la sgomentano le minacce che ella stessa riceve, ma piuttosto anche il pensiero di venire a trovarsi sola con il bambino. Controvoglia fissa una data per l’aborto. Però è agitata da opposti sentimenti, e la disdice. Non dura molto, e di nuovo il timore la assale. Il suo turbamento non sfugge alla sorella. Questa chiama la centrale d’emergenza dell’ASMB, e poco dopo, Zoe parla al telefono con una consulente. Le racconta di essere incinta all’8a settimana. Ha disdetto la data di un aborto, ma pensa di aver fatto un errore. La consulente capisce subito: senza un aiuto risolutivo, Zoe non terrà il bambino.

Così si incontra subito con Zoe e la sorella. Queste raccontano del padre del bambino, violento e continuamente all’attacco della compagna con minacce di abbandonarla, di nuocerle, e soprattutto, se terrà il bambino, di fare in modo che l’APMA (Autorità di protezione dei minori e degli adulti) glielo sottragga. Zoe vorrebbe separarsi dall’uomo, ma non ne trova il coraggio. La spierebbe. Dice che ha anche problemi nel suo lavoro, con mansioni troppo pesanti per il suo fisico e una superiore che pretende il pieno impegno, pur con la sua gravidanza. Non vede come farcela, e non è perciò sicura di tenere il bambino.
La consulente conforta le due donne e mostra loro come l’ASMB possa operare a favore di Zoe.

Il padre del bambino la accusa verso l’APMA
Dopo questo incontro, spesso Zoe si fa sentire dall’ASMB e chiede di poter passare di persona. Forse vuole verificare che la disponibilità dell’ASMB sia davvero continua. Un giorno dichiara alla consulente di essere ora convinta che l’ASMB è in grado di assisterla.

Nel frattempo, l’uomo si fa radere a zero la capigliatura, per accrescere ancora di più il suo modo minaccioso. Poi però viene fermato dalla polizia e trovato con droghe e armi. La cooperazione di polizia e Aiuto alle vittime accerta il fare intimidatorio verso Zoe. Questa si separa dal compagno e comunica poi alla consulente dell’ASMB che vuole tenere il bambino.

Purtroppo l’uomo avvera le intenzioni calunniose, con un avviso di minaccia all’APMA: la donna non potrebbe nel futuro allevare un figlio, poiché tossicodipendente. Su richiesta di Zoe e dell’APMA, la consulente dell’ASMB si adopera per chiarire la situazione, e grazie al suo intervento, l’APMA riduce sostanzialmente il numero dei test sul consumo di droghe. I test sono tutti a favore di Zoe. Anche le indagini aggiuntive dell’APMA le danno ragione. Una sottrazione di minore non è più in discussione.

Il lavoro in fabbrica è ora quanto mai gravoso per la giovane donna. Dopo un contatto con la responsabile, la consulente ottiene un trattamento più favorevole. Inoltre il rapporto di lavoro potrà essere sciolto di comune accordo alla fine del congedo di maternità. Per Zoe, che dovrà gestire accortamente il suo denaro, così si crea peraltro una condizione finanziaria meno sicura. L’ASMB le promette però un aiuto in questo senso. A tale riguardo, la donna è tranquillizzata anche dal fatto che l’intero corredo per il neonato sarà fornito dall’ASMB. Ora può attendere con coraggio l’avvio nella sua vita di mamma.

«Dove saremmo senza di voi?»
Il parto avviene con taglio cesareo. Zoe mette al mondo una sana femminuccia di quattro chili. La giovane mamma, nove mesi fa del tutto disperata, ringrazia di cuore l’ASMB: «Mi avete accompagnata così bene, che alla fine ho potuto dire Sì alla mia creatura.» E la sorella alla consulente: «Dove saremmo senza di voi?» Pur con tutti gli impegni cui dovrà ancora far fronte, Zoe prova con il suo bebè un’immensa gioia. Sa che potrà ancora contare sull’ASMB.

 


Speranza nel caos – grazie al sì per il bambino

Lea (28) e il compagno sono già da qualche tempo insieme, e hanno anche una figlia in comune (4). Purtroppo la loro situazione economica è sempre incerta. Sono di continuo a corto di denaro, e devono accontentarsi di una disagevole abitazione di 3,5 camere, di cui una è riservata al lavoro della donna. Lea avrebbe desiderato sì un altro bambino, però è convinta che semplicemente non c’è posto per un altro bimbo.
Così è colta da vero terrore all’accorgersi di essere di nuovo incinta, e vuole abortire.

Il conflitto di Lea
Tuttavia per Lea non è facile rimanere sorda all’istinto materno. Vorrebbe sapere se c’è la possibilità di aiuto per lei. E poiché ha già sentito dell’ASMB, invia una e-mail alla centrale d’emergenza.

Quanto prima si incontra con una consulente. La informa sulla sua difficile situazione e sulla sua impossibilità di trovare altra soluzione, che abortire. Però questa ricerca di un contatto, è per la consulente il segno che la donna in realtà spera di trovare una via per tenere il bambino. Lo stato delle finanze di Lea è precario. Il reddito comune dei genitori è sotto il minimo di sussistenza e la famiglia riceve un sussidio sociale. A ciò si aggiunge il problema dell’abitazione inadeguata.

La consulente cerca di spiegare a Lea che la vita del bambino non va legata a condizioni, e che c’è sempre un aiuto. Grazie ai tanti colloqui, Lea acquista più fiducia nel sostegno e assistenza dell’ASMB. Ma poi, all’improvviso, si ammala, con pericolo di conseguenze letali. Il suo compagno è fortemente preoccupato di lei. Quando la salute è alquanto migliorata, la donna scrive alla consulente una lunga lettera, in cui si dice rianimata dall’aiuto dell’ASMB e decisa a tenere il bambino.

Nuovi problemi
Poco dopo nella coppia sorge un conflitto: i due si accusano reciprocamente di infedeltà. L’uomo afferma che il bambino in arrivo non è suo figlio. Lea si sente profondamente ferita. La prospettiva di essere abbandonata è insostenibile.
La consulente le spiega che dovrebbe occuparsi, dopo la nascita, di un test di paternità. Questo la scagionerà e convincerà l’uomo ad assumere le proprie responsabilità. Lea riacquista speranza.

La salute della donna risente molto della gestazione. Lea deve sospendere la sua attività lavorativa e subire una riduzione del sussidio sociale, con conseguente acuirsi del suo stato di necessità. L’ASMB la aiuta con pacchetti di generi alimentari e abbigliamento per gestanti, e partecipa al corredo del bebè. Lea è commossa, e scrive: «Grazie di tutto! È così meraviglioso che ci siate voi!»

Avanti nonostante tutto
Ora è da poco venuta al mondo una sana femminuccia. L’ASMB assiste la coppia con buoni acquisto e pannolini per neonato. Così, le preoccupazioni finanziarie sono per un po’ appianate. La consulente è ferma sull’idea del test di paternità, poiché sa che questo potrà ristabilire il rapporto della coppia. Lea spera che dopo la conferma della sua paternità, il compagno osservi i suoi obblighi di padre e che sviluppi il legame con la nuova figlia. Al momento della redazione del presente articolo, l’esito del test non è ancora noto.

In ogni caso, Lea è adesso felice con la sua seconda figlia, e continua a ringraziare la consulente di tutto quello che l’ASMB ha fatto e ancora fa per lei. Confida che come coppia e con le sue due figlie avrà in seguito un futuro migliore.

 


Risalire dal basso più profondo

Dora (36), madre di una bambina (2), sta vivendo un periodo difficile. Il marito, alquanto più avanti di lei negli anni, è malato, e già da qualche tempo senza lavoro. La figlioletta la tiene sempre occupata, ma ciò che la affatica ancora di più sono le depressioni di cui soffre dopo un aborto. A un’occupazione lavorativa non può pensare, a causa della sua forte debolezza. La famiglia conduce una vita misera, dipendente dall’assistenza sociale. Scoprirsi ora incinta, è per Dora un fulmine a ciel sereno.
La gestante teme che un secondo figlio cementerà il suo stato di desolazione. Per questo riflette su un aborto, e ne parla con un’amica. Questa, che ha già sentito dell’ASMB, telefona senza indugio alla centrale d’emergenza.

Ogni sguardo al futuro la atterrisce
Subito una consulente e un consulente si recano dalla gestante e là si convincono della situazione problematica della donna. Il marito non desidera a nessun costo un altro bambino. Ha dietro di sé più di un intervento chirurgico e la sua salute è malferma. Per di più è stato colto dalla passione del gioco. Tutto il denaro a disposizione della famiglia scompare rapidamente nelle macchine da gioco. La donna stessa soffre per dovere sopportare periodiche fasi in cui i mezzi di sostentamento non bastano neanche al necessario. Il frigorifero è di solito vuoto, e spesso in casa non c’è niente da mangiare. La donna è terrorizzata dal pensiero che con un secondo figlio tutto peggiorerà, e pensa che questo disastro potrà essere schivato solo con un aborto.

Ma anche l’aborto la spaventa. Da anni è in terapia psichiatrica e abbisogna di medicinali contro le sue depressioni, che Dora attribuisce direttamente a un precedente aborto. Ogni sguardo al futuro è per lei fonte di ansia e sgomento.

Adesso si tratta di aiutare Dora a superare la paura verso le ristrettezze da lei ritenute inevitabili. I consulenti le assicurano che l’ASMB può aiutare in modo che la situazione diventi sostenibile. Per Dora è un raggio di luce. Consegna tutti i documenti richiesti per il chiarimento del suo fabbisogno di aiuto.

Il cuore compassionevole dell’assistenza
I documenti dimostrano che la famiglia vive assolutamente al disotto del minimo sociale per l’esistenza. Per l’ASMB è chiaro che Dora deve sentirsi sostenuta, affinché il panico non la induca ad abortire. La famiglia riceve perciò l’offerta di aiuto immediato tramite buoni per generi alimentari di una grande catena di distribuzione, come pure aiuto materiale per la bambina di due anni.

Quando poi Dora si reca all’ASMB per un colloquio, rivela un altro problema: nella sua famiglia c’è forte bufera. Il marito è opprimente e aggressivo. Per di più continua a incalzarla perché abortisca – nonostante l’aiuto dell’ASMB, già in corso. La donna tormentata cerca qualcuno con cui vagliare finalmente i modi per uscire da questa crisi. Con sua somma gioia, nell’accomiatarsi riceve per sé dalla consulente simpatici abiti da gestante.

Adesso sente di aver trovato nell’ASMB persone che mostrano di comprenderla e che fanno anche qualcosa per lei. «Grazie all’ASMB non mi trovo più sola», dice. «Sono così contenta di avervi incontrati!»

Così, Dora per fortuna riesce a superare la paura di un altro parto e ad accogliere il suo bambino non ancora nato. L’aborto è fuori discussione e una deliziosa femminuccia vede la luce del mondo.

Madre appagata e donna coraggiosa
Dora è felice di poter continuare a trattare i suoi problemi coniugali con i consulenti. Questi sono dell’idea che la donna debba separarsi temporaneamente dal marito, fino a che costui avrà abbandonato il suo vizio del gioco. In tal modo ella potrà concentrarsi di più sui bisogni della famiglia, nella speranza di un miglioramento dei suoi rapporti con l’uomo.

Frattanto la Fondazione fornisce alla madre gli articoli di corredo per le sue due bambine e indennità periodiche per le necessità giornaliere. Dora, poi, non si stanca di ringraziare i consulenti per il sostegno ricevuto. Nel profondo del cuore prova tutta la gioia di aver deciso per la sua seconda bambina e di poterle dedicare ora tutta la sua premura e cura di mamma.

 


Tre volte Natale – e sempre diverso!

È l’Epifania 2014, quando, a tarda sera, Pia (31) chiama al telefono la centrale d’emergenza dell’ASMB. Vuole sfogare tutto il suo cruccio. La donna, madre di famiglia con due bambini piccoli, non ha trascorso un bel Natale. Adesso, all’inizio dell’anno, il suo grande tormento è una nuova gravidanza, fuori programma.

Il marito di Pia soffre di gravi depressioni. A lungo disoccupato, ha di recente ottenuto un lavoro, sia pure a tempo parziale. Poco prima di Natale, lo shock: è in arrivo un terzo bambino! L’idea di una ricaduta nelle ristrettezze è terrorizzante. Pia pensa all’aborto, e cercando in Internet capita erroneamente nel sito web dell’ASMB. Che possa ricevere da là aiuto per abortire?

Dall’ASMB solo vero aiuto!
Alla consulente in servizio di notte racconta come il marito sia sgomentato dall’idea di una famiglia più numerosa. L’uomo vuole assolutamente che la moglie abortisca. L’aborto potrebbe tranquillizzarlo, cerca Pia di spiegare.

La consulente illustra alla donna il compito dell’ASMB: la Fondazione fornisce vero aiuto, non qualcosa che crei solo nuovi problemi e aumenti la sofferenza delle persone. Così Pia apprende che le madri in angustia possono ricevere dall’ASMB aiuto materiale e finanziario, assistenza personale e in ogni momento disponibilità della loro consulente per richieste di aiuto e informazioni. Tutto ciò serve a calmare le paure di Pia, anzi suscita il suo interesse per i programmi di assistenza dell’ASMB.
Dopo intensi scambi di idee nei giorni successivi, Pia acquista speranza su un buon esito, e dice sì al bambino – purché il marito sia d’accordo. Poiché teme di essere da lui abbandonata. Per questo prega che una consulente si incontri con lui di persona.

«Troppo tardi!»
Così una consulente del servizio di giorno si reca all’altro capo della Svizzera, per parlare anche con il padre di famiglia. Il colloquio non è d’altra parte facile. L’uomo ricorre a ogni argomento per l’aborto: è alle prese con le sue depressioni, non ha sufficienti finanze per la famiglia, già due figli gli richiedono uno sforzo esorbitante. Sarebbe pure d’accordo con le osservazioni della consulente, però in concreto queste arrivano troppo tardi! La consulente replica spontaneamente: «Troppo tardi è solo pensare a una vita con due figli,dato che il terzo è già qui!» L’uomo è colpito da questo parere: smette di insistere per l’aborto, e alla fine accetta il terzo figlio.

Verso un Natale felice
Comincia ora la preparazione al parto. Poiché Pia non prevedeva altri figli, aveva liquidato tutto l’equipaggiamento dei primi due. Un nuovo acquisto sarebbe al disopra delle scarse risorse familiari, così è l’ASMB che aiuta.
L’imminente nascita è motivo di vera letizia. E quando finalmente arriva un delizioso maschietto, anche il marito di Pia si dedica a lui con gioia e assume il ruolo di padre pure con il nuovo arrivato.

Dall’ASMB, la famiglia riceve buoni acquisto di generi alimentari per il comprovato fabbisogno e anche il necessario vestiario per neonati. «Non avrei saputo come farcela senza questa assistenza. Grazie ancora di tutto cuore dell’enorme aiuto», scrive Pia alla consulente.

Natale 2014: Pia può vivere per un breve momento ore liete, almeno quando osserva gli occhi raggianti dei suoi tre bambini. Poiché con il marito c’è qualcosa che non va. Non sa che cosa, e da lui non esce parola. Il nuovo anno non è molto avanzato, quando viene fuori che il marito di Pia ha accumulato, con piccoli prestiti, un monte di debiti. Il denaro è perduto. La donna e i bambini sono davanti alla rovina. Anche adesso interviene l’ASMB: questo assiste Pia con una consulenza in materia di debito, e inoltre aumenta il sussidio mensile, ma non estingue il debito. A metà anno si riesce a stabilizzare la situazione finanziaria della madre.

Nell’autunno 2015, Pia dichiara alla consulente: «Questo è stato il periodo più buio della mia vita. Senza il mio bambino più piccolo non avrei forse potuto superarlo. Da lui ricevo tutta la forza!» Proprio in tempo prima delle feste, l’ASMB prolunga l’assistenza alla famiglia. Ora questa può guardare con fiducia a un prossimo felice Natale.

 


Spesso, a tavola, solo polenta!


Viola (29) è entusiasta dei suoi tre bambini. Ma la felicità di mamma è offuscata da una continua penuria di mezzi e da un difficile rapporto con il partner. Convinta che la vicinanza del padre è un bene per i figli e fiduciosa di un cambiamento, è tuttavia rimasta con lui.

Viola ora ha scelto: vuole liberarsi della sua afflizione. Per questo decide di abbandonare con i figli l’abitazione comune. Appena traslocata, però, apprende di essere in attesa del quarto figlio!

Come farcela?
La giovane donna è sicura. Così non può andare avanti. E le parole di chi le consiglia di abortire agiscono su di lei da sollievo. Per i pannolini necessari al più piccino, Viola si rivolge all’ASMB, di cui ha sentito che li fornisce gratuitamente alle mamme nel bisogno. Presto le accade di parlare, con una consulente, di aborto e della sua situazione, dell’abitazione cadente in cui vive con i bambini e della polenta, l’unica vivanda che con le sue scarse finanze può portare in tavola, la stessa quasi ogni giorno della settimana. Poco dopo riceve per posta dall’ASMB i pannolini desiderati e anche il vestiario urgentemente necessario, nella misura giusta.

Il sentimento materno prevale
Seguono altre questioni. La consulente porta l’attenzione di Viola sul bambino non ancora nato: perché questo deve pagare con la vita per essere arrivato in un momento avverso per sua madre? Viola afferma che prima non aveva mai capito altre donne favorevoli all’aborto, ma che adesso, nella sua pena può davvero pensare all’aborto come a una liberazione.

Però l’aiuto prospettato dall’ASMB e la competenza della consulente fanno sì che i sentimenti materni di Viola verso il bambino prevalgano. E quando viene al mondo un sano maschietto, la quarta volta mamma riceve buoni mensili per il prelievo di generi alimentari presso le grandi catene di distribuzione. Non riesce quasi a crederlo. «È come compleanno, Natale e Pasqua in una volta sola», ringrazia. Ancora mai nessuno le è stato così d’aiuto nella sua vita.

Un nuovo tracollo
Dopo la nascita, il padre cerca ancora il contatto con la famiglia. Viola acquista nuova speranza: forse si avvera il sogno di un cambiamento nel loro rapporto. E riprende fiducia in lui. Ma poi, un fulmine a ciel sereno: è un’altra volta incinta! Il suo partner reagisce infuriato. «Tu mi rovini!», le rimprovera, e si allontana di nuovo da lei. Viola lotta con tutte le sue forze: dipendere ancora di più da altri, ancor più sacrifici? Sente anche già le critiche pioverle addosso da tutte le parti. Non sarebbe meglio risolvere la cosa alla svelta con un aborto?

ASMB: consenso alla vita
La drammatica situazione non rimane nascosta alla consulente. E Viola ne è sorpresa: dall’ASMB non arriva alcun rimprovero, anzi c’è sempre qualcuno bendisposto all’ascolto. La consulente le infonde coraggio: anche questa crisi passerà! Viola ha già una volta provato la disponibilità ad aiutare dell’ASMB, e quando le viene offerto altro aiuto acquista nuova fiducia. Di aborto non si parla più!

Così anche il suo quinto maschietto vede la luce del mondo. Viola è felice: grazie all’ASMB è sfuggita due volte all’aborto e ora può dedicarsi con abnegazione anche al suo quintogenito. Intanto il suo partner ha potuto fondare una piccola ditta. Viola può ora sperare che così la famiglia possa avviarsi a una vita normale e diventare indipendente dall’aiuto altrui. E forse, alla fine, segnerà un matrimonio il meraviglioso «Happy End»?

 


 


Una gravidanza – due conflitti

Emma (35) ha l’impressione di vivere solo per lavorare. Anela a un cambiamento della propria vita, e lo cerca in un legame sentimentale. Una volta gravida, conosce però il suo compagno da un altro lato: l’uomo non vuole un bambino. Non ne ha né tempo né denaro – e basta.

Emma è atterrita. Sarebbe felice di diventare mamma, ma non vuole rischi, ossia provvedere da sola a un figlio. Dopo settimane di agitazione per il tormento di prendere una decisione, leva un grido d’aiuto all’ASMB con una e-mail.  

Ricerca affannosa di chiarimento
Presto si sviluppa un attivo scambio di idee tra la donna sconfortata e la consulente dell’ASMB. Questa apprende della sfavorevole situazione professionale di Emma. La sua occupazione è solo a tempo, la paga è piuttosto scarsa e irregolare, un avanzamento non è in vista. Anche il suo compagno è occupato a lungo con il lavoro. Nonostante tutto, le sue finanze sono limitate. È convinto di non disporre né di tempo né di denaro per un bambino. La consulente spiega a Emma che le difficoltà finanziarie non devono essere un motivo per un aborto e che per questi problemi c’è l’ASMB.

Alla preoccupazione di Emma che il suo compagno possa abbandonarla, la consulente replica in base alla sua esperienza: prima dell’aborto sono spesso gli uomini che minacciano l’abbandono. Dopo l’aborto, invece, sono in generale le donne che vogliono la separazione: infatti lo scontento che segue al parto si muta non di rado in collera verso il padre del bambino.

Gli intensi colloqui con la consulente infondono in Emma coraggio e sicurezza. Anche se il compagno rimane sulla sua posizione, la donna arriva alla conclusione che un futuro con il bambino le sarà possibile.

Ricaduta nello smarrimento
Però, proprio quando sembra che tutte le difficoltà siano superate, la consulente riceve da Emma una notizia angosciante: per il bambino si sospetta una grave malformazione. Emma si sente distrutta. Come potrà farcela con un bambino invalido? La sua decisione a favore del piccolo è di nuovo in pericolo. La consulente fa di tutto per sollevare la giovane e le propone la visita di un ginecologo per una seconda diagnosi. Questo individua effettivamente un’anomalia nello sviluppo del bambino. Un’eventuale invalidità non è quantificabile con precisione.

Quando Emma deve ricoverarsi in ospedale in seguito a complicazioni, riceve là una fosca previsione: il bambino verrà al mondo con un grave handicap. Ciò esaspera e prolunga per settimane il conflitto riguardo all’aborto. Con la consulente la donna discute sull’affidabilità degli esami prenatali, sul diritto alla vita per gli handicappati, e, per il caso che le sarà impossibile sostenere la vita con un figlio infermo, sull’adozione di bambini invalidi.

Le nubi si diradano
Nel sesto mese della gravidanza, Emma si sente finalmente di accettare in pieno il suo bambino. Quando una femminuccia viene alla luce, la situazione appare meno grave di quanto temuto da alcuni. La piccola presenta al capo una vescichetta di liquido cefalorachidiano. Lo sviluppo motorio è sì rallentato, ma una fisioterapia farà superare in circa due anni questa carenza. Anche sullo sviluppo mentale non sussistono più timori.

Grazie all’ASMB, Emma riesce finanziariamente a farcela. Però come madre è molto affaticata. Per questo la Fondazione le procura una persona esperta e competente nelle sue vicinanze, disposta ad aiutarla. Così Emma è felicissima e riconoscente di cominciare la sua vita di madre con un tale aiuto, efficiente e professionale! «Senza il Suo sostegno non avrei potuto superare i due conflitti della mia gravidanza», dichiara alla consulente. Malgrado le gravi difficoltà affrontate, non ha un attimo di rimpianto per non aver abortito. E alla fine può scorgere un inatteso raggio di luce: dopo il parto, il padre della bambina cerca di nuovo il contatto con madre e figlia!

 


Prima due volte sì, poi due volte no

Talora, chi si rivolge all’ASMB non cerca aiuto, ma la conferma della propria idea che l’aborto sia la soluzione giusta per sé. Però una situazione, per quanto disperata appaia, può cambiare completamente, grazie ai buoni consigli dell’ASMB.

L’incredibile storia cominciò un po’ più di un anno fa circa. Una donna chiama la centrale d’emergenza dell’ASMB: la propria sorella Jeannette, di trenta anni, si trova incinta e vuole abortire. Ed è bene che sia così, dice, poiché non avrebbe nulla da offrire al bambino, dato che non ha nessuno vicino a sé. Un consulente le chiarisce che la Fondazione si impegna a favore della vita, e per questo non può aiutare ad abortire. Il consulente porge ascolto alla donna in apprensione e le presenta le offerte di aiuto concreto, con il risultato di un accordo a un incontro della gestante e della sorella con l’ASMB.

Jeannette vince il suo conflitto interno
In questo incontro è presente il consulente e una consulente. Jeannette appare molto abbattuta. Continua a ripetere: «Non voglio questo bambino! », e implora di essere aiutata a liberarsene. Sprovvista di una solida preparazione professionale, vive alla giornata. Come madre sola – pensa – sarebbe poi per lei sempre una vita grama. Terrebbe volentieri il bambino, ma il suo uomo ha detto di no, e in una tale situazione non le rimane altro che dire pure no al bambino. I consulenti presentano ancora una volta a Jeannette l’aiuto effettivo che la Fondazione può offrire anche nel suo caso, e le consegnano una documentazione informativa da leggere a casa. Però, prima di accomiatarsi, le due donne si trovano un momento insieme per un colloquio a quattr’occhi.

L’incontro all’ASMB e lo scambio di informazioni hanno evidentemente suscitato qualcosa in Jeannette. Ella è ora d’accordo di parlare ancora una volta con i consulenti. Ben sapendo che questo potrebbe essere l’ultimo incontro con Jeannette, questi si adoperano di nuovo per mostrare persuasivamente alla madre angustiata come l’ASMB possa sostenerla per superare questa che è la fase più difficile della sua vita. Così alla fine Jeannette si lascia pervadere dalla convinzione che è sicuramente meglio accettare l’aiuto offerto anziché abortire. E dice sì al suo bambino.

Adesso si tratta di motivare l’uomo. Con l’autovettura della centrale d’emergenza, il consulente va a fargli visita, attraversando in auto tutta la Svizzera. Il colloquio è tranquillo e crea fiducia reciproca, ma non porta al convincimento sperato.

Per consentire a Jeannette maggiori opportunità professionali, l’ASMB le offre una formazione da svolgere nella Croce rossa, a spese della Fondazione. Benchè ora la situazione si rischiari, poco dopo la donna piomba di nuovo in una profonda crisi. La prospettiva di rimanere sola la assilla fortemente. Un giorno confida alla consulente di voler morire. Però poi percepisce i primi movimenti del bambino. Il contatto con il bebè provoca in lei un completo mutamento d’umore. Come dichiara, ora è veramente felice di non aver abortito.

Inaspettata felice conclusione
L’ASMB assiste la giovane mamma nella preparazione al parto e nell’approntamento del corredino per il bebè. Proprio in tempo, poiché il bambino, un maschietto, arriva più presto del previsto. L’ASMB provvede ora anche a che Jeannette ce la faccia fintanto che la sua situazione finanziaria si sarà stabilizzata.

E, in modo inaspettato, tutto si mette per il meglio: poco prima di Natale 2014, un paio di mesi dopo il parto, Jeannette si reca a fare visita all’ASMB – con il padre del bambino! Nell’uomo è subentrato un cambiamento e ora è per il sì al bambino e alla sua donna. I due hanno deciso definitivamente per il matrimonio!

L’impegno per la vita ha dato buoni frutti: anziché un aborto e la fine di un legame, c’è oggi una nuova, felice famiglia, con pad, madre e bambino!

 


Madre di cinque bambini di fronte ad una domanda esistenziale

Dopo la nascita del quinto figlio, la signora M. (39) aveva promesso a suo marito di riprendere il lavoro, mentre quest’ultimo desiderava finalmente una vita «senza più urla e pannolini». Ad esempio, non erano mai stati insieme in vacanza e ora che il più piccolo aveva quattro anni, le prospettive per una vita più tranquilla sembravano date. Ma non fu così.

Pur favorevole a un ulteriore ingrandimento della famiglia, per amore del marito la signora M. era disposta a rinunciarvi. Per contrastare il suo desiderio di maternità si recò persino da uno psicologo, ma nonostante i contraccettivi, rimase nuovamente incinta. Stavolta però, a differenza delle altre, non poté rallegrarsene, poiché il marito era tutt’altro che felice. Disperata, decise di rivolgersi all’ASMB.

Consulenza sul filo del rasoioLa signora espone dettagliatamente alla consulente la sua difficile situazione. Suo marito la mette sotto pressione, vuole finalmente stare in pace, è furente, la minaccia, vuole spingerla ad abortire, soprattutto quando ha bevuto qualche bicchiere di troppo. Ci sarebbero anche ragioni economiche a sconsigliare l’allargamento della famiglia: le finanze troppo esigue, l’appartamento e l’auto troppo piccoli. Nella disperazione più totale, la madre decide di fissare un appuntamento per abortire.

La consulente discute tutti gli aspetti della situazione, richiede della documentazione e spiega in che modo l’ASMB potrebbe intervenire per far sì che la vita famigliare prosegua anche con l’arrivo del sesto bambino. La plurimamma si sente tra l’incudine e il martello.

Nei giorni seguenti la signora M. non è più raggiungibile. Subito dopo l’appuntamento per l’aborto chiama la consulente dicendole di portare ancora in grembo il bambino. Aveva spostato l’appuntamento di una settimana. Dice di non sentirsi bene, neppure a livello di salute, di essere troppo vecchia per un’altra gravidanza, suo marito sente il peso della situazione, è chiuso in sé stesso e diffidente. La consulente le ricorda l’offerta di aiuto finanziario. La signora M. chiede: «Potrei avere la conferma anche per iscritto?» e «Dovrò restituire l’aiuto finanziario all’ASMB più tardi?»

La luce in fondo al tunnel
Un paio di giorni dopo, la signora M. comunica alla consulente di avere collocato la lettera di conferma di aiuto non rimborsabile dell’ASMB in modo tale che fosse sempre sotto gli occhi del marito. «Questa è una luce in fondo al tunnel», avrebbe detto un giorno il marito, aprendosi quel tanto che bastava perché la decisione di tenere il bambino prendesse il sopravvento. Passano i giorni e le settimane e la questione aborto svanisce. La signora M. durante la gravidanza si riprende e il suo stato di salute migliora. Una settimana prima del termine dà alla luce una bellissima bambina.

L’ASMB prende a carico i costi della bambina. La mamma tiene al corrente la consulente e le esprime la sua riconoscenza per avere avuto al suo fianco qualcuno con cui parlare nel momento del bisogno. «Sono grata che qualcuno mi abbia ascoltato. Se non fosse stato per Lei, avrei abortito. Mia figlia è un raggio di sole». Proprio suo marito, che aveva insistito per l’aborto, è il più entusiasta di tutti. Quando rientra a casa e si mette a giocare con la bimba, si rilassa, una cosa mai vista in famiglia con gli altri figli, come ci dice la signora. Le dispiace di aver pensato all’aborto e spera che sua figlia non lo venga mai a sapere. Ora è felicissima di essere la madre di questa splendida bambina.

 


Gravidanza portata a termine in un terrore mortale

Una giovane voce femminile al telefono: «Mia sorella M. ha 17 anni ed è incinta alla 21ª settimana. Nostro padre non deve però in nessun caso venire a sapere della gravidanza. La sua vita si svolge secondo gli usi tradizionali di una società il cui codice d’onore gli impone di uccidere la propria figlia incinta, per ‹ripristinare l’onore perduto della famiglia›.» Per paura del proprio genitore – dice la donna – M. vede al momento come unica possibilità dare il nascituro in adozione, e chiede un aiuto urgente dall’ASMB.

La consulente dell’ASMB fa animo all’interlocutrice e le assicura: «M. riceverà da noi tutta l’assistenza occorrente per superare le difficoltà che dovesse incontrare!» Allo scopo di mettere M. in condizione di compiere la gravidanza libera dal suo acuto terrore mortale, viene organizzato per lei un soggiorno linguistico in un altro cantone.

Inoltre l’ASMB fornisce un’assistenza giuridica, destinata ad offrire alla madre minorenne e al bambino un riparo in tale complicata situazione.
Finalmente la gravidanza è al termine: il piccolo E. viene al mondo. Il delizioso neonato tocca talmente il cuore della madre che questa non è più intenzionata a darlo in adozione! Una cugina prenderà in custodia il bebè, fino a quando M. avrà concluso il suo apprendistato e si sarà resa autosufficiente. L’ASMB consegna in regalo a M. una carrozzina per neonato e altri attrezzi per bambini. Inoltre fornisce un contributo alle spese per il bambino.

 


Aiuto anche dopo il parto

La Signora V. della Svizzera occidentale lavora come contadina, è sposata e madre di due bambini. Da tempo soffre di un’infermità muscolare, che le è d’intralcio nel lavoro. Ciò nonostante sogna di avere una grande famiglia, specialmente adesso che con il marito ha potuto rilevare un’azienda agricola. Quando si annuncia un terzo figlio, la sua esultanza è al massimo … Sennonché, in occasione di un controllo medico periodico riceve – come un lampo foriero di tempesta – il responso che gravidanza e parto potrebbero aggravare la sua malattia. La donna non presta alcuna attenzione all’infausto presagio.

Troppo grande è la sua felicità di avere il bambino! Trascorrono i mesi, e finalmente viene al mondo un sano bimbetto. Però, appena dopo il puerperio, nella madre si manifesta chiaramente il pronosticato peggioramento di salute, fino a che la capacità lavorativa ne è compromessa del tutto.

E adesso, altre avversità per la famiglia V.: la cassa malattia comunica che i costi della malattia non sono coperti, nell’allevamento dei vitelli una inspiegabile epidemia fa improvvisamente strage di animali, e la persona che con il padre di famiglia avrebbe dovuto gettare le basi per un reddito supplementare perde la vita in un tragico incidente del traffico! Sfuma la possibilità di entrate straordinarie e i debiti dell’azienda agricola si fanno tanto più pesanti.

La Signora V. non sa proprio più come correre ai ripari, e si rivolge così alla centrale telefonica d’emergenza dell’ASMB. Nel colloquio con la consulente, la Signora V. avanza la richiesta di una sovvenzione finanziaria. La consulente ascolta con attenzione e riconosce che la Signora V. è realmente in una situazione di bisogno conseguente al suo impegno a favore del bambino, e pertanto è qualificata per l’aiuto dell’ASMB.

La famiglia riceve un’indennità mensile. La consulente può fornirle anche aiuto di altro genere, come consulenza professionale in tutte le questioni sociali e mediazione di altre opere di assistenza. Riesce così a ripartire su più spalle i pesi della coraggiosa madre:
Due quotate organizzazioni svizzere di assistenza si impegnano a partecipare all’aiuto in modo paritario con l’ASMB. Il sostegno per la famiglia V. è quindi triplicato! Profondamente toccata da tanta generosità, la Signora V. si sente felice, oltre che per il suo piccolo, anche per la presenza in Svizzera di tante persone di cuore e soccorrevoli.

 


«È un miracolo», dice il cuore

Christina (30 anni) è madre di una bambina di un anno. Adesso è di nuovo incinta. Il padre del bambino non lo vuole in nessun caso. L’appuntamento dal ginecologo è fissato a dieci giorni di distanza. «Quando ieri sono uscita», scrive all’ASMB, «due signore provenienti dalla chiesa mi hanno consegnato un opuscolo illustrato sullo sviluppo dei bebè prima della nascita. È stato per me come un segno che devo tenere il bambino. Però il mio compagno vuole ad ogni costo l’aborto; mi minaccia addirittura.»

Alla consulente della centrale d’emergenza è subito chiaro: adesso si tratta solo di una cosa, aiutare, affinché il bambino possa vivere. Segue un intenso scambio di e-mail. Proprio la mattina dell’appuntamento con il medico, la consulente le invia la seguente poesia:

È un miracolo», dice il cuore.
È un grand’obbligo, dice la mente.
È fonte di ansie, dice il timore.
È dono di Dio, dice la fede.
È enorme compito, dice l’esperienza.
È immensa gioia, dice l’amore.

 Il giorno dopo l’appuntamento dal medico, la consulente riceve un e-mail: «Quando il mio compagno è ritornato dal lavoro, le sue prime parole sono state: ‹Te lo sei fatto levare?› Ho risposto di no; si è adirato e ha detto: ‹Che aspetti? Fissa per lunedì un appuntamento!›» Christina ha paura, ma grazie al sostegno della consulente riesce a resistere alla pressione. Cinque mesi più tardi il lieto annuncio: «Ho avuto una bambina, Caroline, stiamo bene tutte e due … e siamo felici». La consulente invia a Christina un regalo per la nascita. Inoltre le assegna da parte dell’ASMB un contributo finanziario, e le assicura aiuto per tutto il tempo che sarà necessario.

 


Caricata nuova energia

Marlen (19) si trova a metà dell’apprendistato. Però la formazione professionale si rivela assai impegnativa. La giovane mostra alquante difficoltà a ottenere i risultati attesi. La sua superiore stabilisce insieme con lei un obiettivo da raggiungere assolutamente. Ma poi scoppia la bomba: Marlen si accorge di essere incinta. Anche questo – e giusto adesso! Ne parla con la superiore, che ha una sola reazione: abortire!

Abortire? Marlen non sopporta questo pensiero. Però, se non c’è altra possibilità …? Proprio ora, migliorare il rendimento professionale, terminare proficuamente la formazione, e contemporaneamente essere madre – come farcela? Non sa davvero che decidere.

Marlen trova aiuto
Nella sua grave apprensione, armeggia in Internet. Qui si imbatte nell’ASMB, e così invia all’istante una e-mail alla centrale d’emergenza. Subito una consulente prende contatto con lei e le spiega in quale modo la fondazione si dedichi alle donne in una situazione difficile. Poi concorda la data per un incontro. Marlen si reca all’ASMB accompagnata dal suo ragazzo. In primo piano c’è la questione lavoro. È necessario che porti a termine l’apprendistato. Anche il suo ragazzo deve completare la formazione. I due non sanno proprio come potrebbero ora condurre una vita da genitori. «È tutto così estenuante! », esclama il giovane, e aggiunge: «L’aborto non è una buona soluzione.» Però i timori per l’impegno finanziario e per un eventuale insuccesso nel lavoro sono così grandi che per i due il tema aborto rimane in questione. La consulente sa naturalmente quanto sia importante per loro concludere la formazione professionale. Beninteso, spiega loro, che ciò non avvenga a spese del nascituro. Il colloquio che ne segue si rivela costruttivo e permette di individuare le vie attraverso cui i due ragazzi possano realizzare un conveniente futuro professionale insieme con il bambino. Dopo questo primo contatto, sembra perciò che l’aborto sia per il momento lasciato in sospeso. Il bebè, in ogni caso, non è ancora fuori pericolo. Un sì al bambino è ostacolato anche dalla posizione di entrambe le coppie di genitori, dichiaratamente convinti che i loro figli non saranno all’altezza del compito. Inoltre, neanche i genitori dispongono di mezzi per aiutare i loro ragazzi.

Di colpo tutto appare molto più facile
Negli incontri successivi, la consulente riesce a mostrare a Marlen come l’aiuto dell’ASMB le possa permettere di tenere sotto controllo la situazione. Alla fine i due giovani decidono senza riserve a favore del bambino, di un sì reciproco e di una propria famiglia. Adesso si diffonde un’atmosfera di grande gioia. La coppia comincia a prepararsi alla nascita. Di colpo tutto appare loro molto più facile. L’annuncio della nascita di un maschietto è recato all’ASMB da una mamma quanto mai felice. Il suo bambino, come dichiara, «è tanto tranquillo e facile da accudire». E ancora un’altra buona notizia porta Marlen: già un mese dopo il parto potrà riprendere la parte scolastica della sua formazione. I nonni paterni si sono organizzati in modo da poter seguire il neonato in tale periodo. Adesso entra in funzione l’aiuto finanziario. Con opportuni buoni acquisto, l’ASMB assiste regolarmente i neogenitori e il bebè. E questi riescono ora a gestire gli aspetti finanziari. Così possono dedicarsi più sereni ai loro impegni professionali. Al papà non manca molto alla conclusione dell’apprendistato, e ora è già alla ricerca di un confacente posto di lavoro. Marlen e il compagno sono fiduciosi di arrivare quanto prima a mantenersi con le proprie forze.

 


Un nodo gordiano da sciogliere

Yvonne (27) è immensamente felice, poiché il posto di lavoro è capitato proprio a lei. Finalmente di nuovo un salario! Anche se il guadagno non sarà all’altezza nemmeno delle più modeste esigenze. Comunque sia, adesso l’importante per lei è superare bene il periodo di prova, e poi avrà compiuto un passo avanti nella vita. Però subito dopo: Yvonne si accorge di essere incinta! La sua speranza di prospettive migliori è già svanita.
Lavoro e paga non bastano per mantenere e tirare su un bambino. Dal padre del piccolo nessun sostegno, al contrario: non gli interessa, è la sua prima reazione! Yvonne perde appetito e sonno, è afflitta da attacchi di panico. Il suo pensiero corre all’aborto. Anche le sue migliori amiche le consigliano risolutamente di abortire. In questa situazione – è l’ottava settimana di gravidanza – Yvonne trova, attraverso un volantino della centrale telefonica d’emergenza, il contatto con l’ASMB. La dichiarazione sostanziale che rilascia al suo primo colloquio è: «Non posso avere un bambino!»

Alla consulente, l’intrico di problemi appare come un nodo gordiano.
La giovane donna tende alla depressione e soffre di altri problemi di salute, non conosce i propri diritti di legge nei più diversi campi, è socialmente isolata e vive al limite del minimo per l’esistenza. La consulente dell’ASMB si rende chiaramente conto che questa situazione rappresenta un pericolo per la vita del bambino non ancora nato e che la giovane donna deve subito percepire di non essere sola, che presso l’ASMB i suoi problemi trovano attenzione, che può fare conto su un aiuto competente. – Detto, fatto. E presto Yvonne trova il coraggio necessario per dire sì al bambino. La consulente prosegue con la sua assistenza, e mostra a Yvonne come può fronteggiare concretamente le varie difficoltà. Adesso, però un nuovo colpo: durante il periodo di prova la donna riceve la disdetta del suo posto di lavoro. Tuttavia, anche questo ostacolo può essere superato grazie all’appoggio dell’ASMB. Nel seguito, l’ASMB la assiste nella preparazione tempestiva al parto. Yvonne riceve indumenti per neonato, una carrozzina e altro aiuto, destinato al necessario per l’arrivo del bambino.

Con la venuta al mondo di Clara, l’esistenza assume per Yvonne un nuovo significato. D’improvviso sente la propria figlia come un’enorme forza e motivazione per la vita.
Clara è anche la causa del sorgere e svilupparsi dell’orgoglio di padre nel partner di Yvonne. Questo si riavvicina alla donna e vuole affrontare la vita insieme con lei e con la bambina. Yvonne sa quanto sostanziale è stato l’aiuto fornitole dall’ASMB, che ha conferito un valore alla sua vita, dove trova ora posto anche Clara. La sua gratitudine non ha limiti. Alla consulente dichiara: «Senza l’aiuto dell’ASMB non ce l’avrei fatta. Grazie, grazie di tutto cuore! Sono quanto mai fiera della mia figlioletta. Non potrei più immaginare una vita priva di lei.»